San Currau, Lu Santu di la genti

Opera popolare in versi siciliani

Due vite, agli antipodi. Non esiste erba marcia, solo cattivi coltivatori.
È il 1313. Una data che cambierà per sempre le vite dei due protagonisti di questa storia. Corrado, piacentino, aristocratico, appicca l’incendio e la sua nuova vita comincia da li
In Sicilia, a Noto, un ragazzino di 6 anni vive con la madre, vedova. Il padre è morto anni prima. La madre viene violentata e uccisa. Lui giura vendetta sul corpo della madre e si da alle ruberie. Ruba del pane, inseguito si dà alla macchia.
Da quel giorno, per un’anima che sfugge ad una mala giustizia Antonio (, c’è un uomo che alla giustizia si consegna. Corrado Confalonieri, salva un pover’uomo dalla forca consegnandosi al duca Galeazzo Visconti, reggente ghibellino di Piacenza.
Diventa un fuorilegge, mette su una banda con altri fuggiaschi e formano la “banda del lupo”, che intercetta le rotte commerciali lungo la foresta in contrada dei Pizzoni.
30 anni dopo, Corrado giunge a Noto, ospite di Guglielmo da Buccheri che racconta la sua storia. il cammino di San Corrado si incrocia con quello dei banditi. Viene fermato dai banditi che lo vogliono derubare, lo trovano spoglio di ogni avere e allora lo scherniscono invitandolo a cena da loro. Con l’inganno gli preparano però un pranzo di un'altra cosa ma lui li smaschera.
È una storia che narra di redenzione, di seconde occasione, della ricerca smisurata di un senso di giustizia che probabilmente è un concetto più divino che umano.

 

drammaturgia originale, musiche e liriche di Giuseppe Spicuglia
regia di Giuseppe Spicuglia
arrangiamenti musicali di Antonio Vasta

mixing e mastering di Pino Ricosta
suoni originali di Manfredi Tumminello, Michele Piccione, Francesco Bongiorno
una produzione de Il Cuore di Argante

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